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Per il turismo un primo maggio da dimenticare

Sono stati appena 6,2 milioni gli italiani che si sono mossi durante il ‘ponte’ del 1° maggio, un dato che se raffrontato a quello dell’ultimo ‘ponte’ caduto in un giorno infrasettimanale, nel 2009, segna una caduta della domanda del 20%. È la stima diffusa da Federalberghi in base a un’indagine condotta da ACS Marketing Solutions. Tra chi è partito, la stragande maggioranza (il 93,9%) è rimasto in Italia mentre appena il 5,4% è andato al’estero, prediligendo nel 54% dei casi le grandi capitali europee. Il mare è stato la meta privilegiata (48% della domanda), seguito dalle città d’arte (18%) e dalle località montane (15%). Il 31% ha soggiornato in albergo: seguono la casa di parenti o amici (26%) e la casa di proprietà (17%). Quanto alla spesa media pro-capite (comprensiva di trasporti, cibo, alloggio e divertimenti) si è attestata sui 257 euro (246 per chi è rimasto in Italia e 436 per chi è andato all’estero), generando un giro d’affari pari a 1,6 miliardi per una durata media della vacanza di 2,6 notti. “Si tratta, come si vede, di un andamento che rispecchia una situazione difficile in un clima di recessione profonda – commenta il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – per affrontare la quale il nostro settore sollecita Governo, Parlamento e sindacati ad un confronto immediato per scongiurare crolli occupazionali ed il rischio chiusura di migliaia di imprese ricettive che potrebbe preludere all’aprirsi di una voragine economica dall’imprevedibile evoluzione”.