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Consumi: a febbraio continua la fase recessiva.

L’indicatore dei Consumi Confcommercio indica una riduzione dello 0,9 per cento su base annua e dell’1 per cento su base mensile. In calo autoveicoli e motoveicoli, bene l’Ict domestico. A marzo lieve miglioramento del “sentiment” di famiglie e imprese.

Continuano a frenare i consumi a febbraio. L’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala a una riduzione dello 0,9% in termini tendenziali e dell’1,0% rispetto a gennaio. ”I dati di febbraio, pur inserendosi in un contesto di accentuata debolezza della domanda per consumi, vanno

letti con particolare attenzione per la presenza di alcuni elementi anomali, che possono averne condizionato l’andamento (un giorno in piu’ ed eventi atmosferici eccezionali). Il dato destagionalizzato ha portato ad un consolidamento della tendenza al ridimensionamento delladomanda per consumi delle famiglie, misurata in termini di media mobile a tre mesi, tornata sui livelli minimi della primavera del 2009”, spiega Confcommercio. ”Al di la’ degli effetti indotti dalle avverse condizioni meteorologiche, che hanno determinato risultati particolarmente negativi per il segmento relativo alla mobilita’, la riduzione dei consumi si inserisce in un contesto congiunturale sostanzialmente recessivo che non sembra aver ancora raggiunto il punto piu’ basso -continua la nota – stando alle prime stime di Confindustria, anche a febbraio la produzione industriale ha registrato una diminuzione (-1,1% rispetto a gennaio); l’ulteriore ridimensionamento registrato dagli ordinativi nello stesso mese (-0,3% congiunturale) fa ritenere che anche nel secondo trimestre l’attivita’ produttiva sarà connotata da spiccati elementi di debolezza”. ”Il peggioramento del quadro congiunturale ha comportato un ulteriore deterioramento del mercato del lavoro. Nel

mese di febbraio, secondo le stime provvisorie dell’Istat, il tasso di disoccupazione e’ salito al 9,3%(31,9% per la fascia 15-24 anni). Il sensibile aumento dei disoccupati e’ solo in parte imputabile alla riduzione del numero di occupati, riflettendo essenzialmente una diminuzione degli inattivi. Questo dato sembra rispecchiare il peggioramento delle condizioni reddituali delle famiglie che ha

indotto ad una ricerca piu’ attiva del lavoro anche segmenti di popolazione che in passato si erano mostrati meno disponibili”, aggiunge Confcommercio. ”Il quadro d’insieme, seppure caratterizzato da molti elementi negativi, evidenzia a marzo un modesto miglioramento del sentiment delle famiglie e delle imprese. Il dato va letto con estrema cautela in considerazione dei livelli minimi che sono stati raggiunti nei mesi precedenti”, conclude la nota.